Una passeggiata a Castelmola tra i segreti ammiccanti di un borgo storico di Sicilia

A Castelmola, lo sguardo si perde in una tavolozza di colori che ne fa uno degli angoli più pittoreschi della Sicilia. Roberta, la Guest Experience Assistant di La Plage Resort, ci accompagna in una passeggiata alla scoperta di questo piccolo borgo, pepita della Sicilia.


Partiamo dalle origini

Le origini di Castelmola risalgono al periodo pre-ellenico. La denominazione trae ispirazione dalla conformazione del grande masso su cui sorge che ricorda appunto una “mola”. Forse per la sua posizione sopraelevata fu un tempo la vera acropoli di Taormina, e le loro vicende sono talmente connesse da non poter distinguere quelle dell’una da quelle dell’altra.

L’aspetto del paese

La struttura urbanistica medievale si è mantenuta completamente inalterata fino al 1928, anno in cui venne del tutto modificata l’affascinante entrata del borgo. Una scalinata quasi intagliata nella roccia conduceva ai piedi del Castello, fino alla porta vera e propria di entrata nel centro.  A mantenere l’idea di quello che era, rimane l’Arco d’entrata posto su una gradinata in pietra calcarea. L’Auditorium Comunale conserva al suo interno le straordinarie foto che ne testimoniano la bellezza. Nel tempo, malgrado le modifiche apportate al suo aspetto, questo paese riesce ancora a conservare racchiusi nei suoi vicoli la magia e il fascino immutato dell’antico che, mescolandosi al nuovo, trasmette l’impressione che qui il tempo si sia fermato.


Cosa vedere a Castelmola

Tra i luoghi di interesse di Castelmola vi sono, naturalmente, una serie di monumenti: piazza Sant’Antonio, il Castello, il Duomo, la Chiesa di San Giorgio e la Chiesa dell’Annunziata. A questo elenco dobbiamo anche aggiungere un luogo molto particolare: il Bar Turrisi, uno dei bar più curiosi del mondo. Il locale è noto per un dettaglio abbastanza piccante…

A proposito di storie piccanti, forse non tutti sanno che il celebre romanzo “L’amante di Lady Chatterley” di D.H. Lawrence trasse ispirazione dalla condotta licenziosa di una baronessa che soggiornò a Castelmola. Il libro, pubblicato nel 1928 e ritirato per oscenità, narra le vicende di Frieda voi Richtofen, moglie dello scrittore inglese. Frieda ebbe modo di esprimere la propria esuberante sensualità tra i vigneti e le cascine delle campagne di Castelmola, con il giovane mulattiere molese, Peppino D’Allura. Lui aveva il compito di accompagnare la baronessa alla villa della sua padrona, la signora Betty, la quale viveva a monte Venere ad 800 metri sul mare. Tra un dolcetto e l’altro “Lady Chatterley”, raccontava alla sua amica, i giochi erotici nella splendida e selvaggia Sicilia lungo le mulattiere di Monte Venere.

Vi aspettiamo a La Plage Resort, pronti per offrirvi un piano dettagliato di attività da poter svolgere alla scoperta del territorio Siciliano nei pressi di Taormina e d’intorni!

I Due Fratelli di vedetta sulla Marina di Vietri

I Due Fratelli sono una coppia di scogli situato nel comune di Vietri sul Mare, in provincia di Salerno. Quando ci si affaccia sulla panoramica vista della costiera in prossimità di Vietri sul Mare, è impossibile non notare i due scogli che fanno da vedette alla spiaggia vietrese. Rappresentano da sempre il simbolo di Vietri sul Mare tanto che diverse sono le leggende che si narrano sulla loro comparsa in queste acque.

Il Conte Umfredo dei Landolfi e il Principe Rajan

La prima leggenda ha le sue radici nel lontano 871-872 d.C. durante la sanguinosa guerra tra i salernitani, guidati dal Principe Guaiferio di Salerno, contro i pirati saraceni.

L’antica leggenda narra che un giorno apparve nel mare di Salerno una grande flotta di navi saracene che cinsero d’assedio la città. La guerra continuava da più di un anno, Salerno era alla fame, la popolazione sopportava fame e privazioni. Allora il Principe Guaiferio, non potendo più sopportare il triste spettacolo, riunì il Gran Consiglio e propose di risolvere il conflitto con un duello tra il più forte dei Saraceni e il più forte dei cavalieri Salernitani. Lungo le strade della città l’araldo annunciò la sfida tra il prode Umfredo, Conte dei Landolfi, e il Principe Rajan, figlio di Helino, che comandava l’esercito degli aggressori. Il giorno prestabilito si affrontarono i due giovani campioni, lancia in resta, mentre la popolazione assisteva trepidante da sopra le mura della antica Salerno, incoraggiando il proprio paladino. Il duello avrebbe segnato il destino della città e tutti avevano il fiato sospeso. Rajan ad un certo punto scappò sotto i colpi e i fendenti di Umfredo. Questi lo inseguì e il duello si protrasse in quel di Vietri. Lo scontro continuò feroce e al calare del sole, i due si trovarono stremati e sanguinanti in fin di vita. Le vesti strappate rivelarono tatuato sul petto di entrambi lo stesso stemma di famiglia. Rajan, il principe saraceno mezzo dissanguato disse – “Cosa vedo sul tuo petto , o cristiano? Lo stemma dei miei avi. Guarda bene, Umfredo, è lo stesso stemma che porto io!”. Umfredo protestò incredulo con un filo di voce, allorché Rajan gli rivelò – “Ma si, mio padre Helino per tutta la vita ha cercato un figlio che gli era stato rapito dai pirati. È successo tanti anni fa e lo ha cercato per tutto il mondo! Ora io ti ho ritrovato. Tu sei mio fratello e io ti ho ucciso!” E Umfredo – “Ti perdono! E perdonami anche tu! Che destino crudele, due fratelli, ci siamo uccisi l’un l’altro.

I due morirono col desiderio di abbracciarsi anche solo per un momento, poi scivolarono a mare , e come narra la leggenda, si tramutarono nei due scogli che ancora adesso vengono chiamati “i Due Fratelli”.

La leggenda dei fratelli pastori e la Ninfa Roda

Altra leggenda molto diffusa sull’origine del nome, narra di due giovani pastori che, spintosi con il loro gregge fin sulla spiaggia di Vietri, rimasero incantati dalla bellezza di una misteriosa fanciulla che dormiva in mezzo al mare. Allo scatenarsi improvviso di una tempesta, i due giovani in pena per lei si buttarono in acqua nel tentativo di tirarla in salvo, ma senza successo e annegando inevitabilmente in quelle acque agitate. Il gregge fedele ai suoi pastori seguì i due giovani e tutti gli animali fecero anche loro una tragica fine. La fanciulla si salvò perché altri non era se non la ninfa marina Roda, figlia di Poseidone, dio del mare. Poseidone ammirato il coraggio e la generosità del gesto dei due giovani e decise di trasformarne i resti nei due scogli oggi noti come i “Due Fratelli” e le pecore del loro gregge in piccoli scogli che li circondano nel mare.

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