Sfida accettata! L’aglio, olio e peperoncino dello Chef de Partie Raffaele Barile

All’Hotel Raito, con vista sulla Marina di Vietri, lo Chef de Partie Raffaele Barile realizza la sua versione di un grande classico della cucina campana: lo spaghetto aglio, olio e peperoncino. Un’istituzione per l’Italia? Sicuramente si, e assaggiare quella dello Chef sarà un’esperienza unica.

La tradizione in un piatto

Sebbene l’Aglio, olio e peperoncino sia un piatto diffuso ormai in tutta Italia, la sua origine viene legata alla regione Campania. L’aglio, olio e peperoncino è un piatto semplice, umile ma ricco di gusto e con tanta tanta storia. Probabilmente questo era il piatto che veniva preparato dalle mogli dei contadini che lavoravano negli uliveti, dove reperivano i prodotti necessari.

La pasta utilizzata era quella lunga, a scelta tra linguine o vermicelli. Ad oggi il formato più gettonato è quello degli spaghetti, motivo per cui questo piatto è diventato il vero protagonista, indiscusso, delle spaghettate di mezzanotte.



Una ricetta specialissima

Raffaele Barile propone una versione molto personale della famosa ricetta tradizionale.

Procedimento:

  • in una padella mettiamo aglio tritato, peperoncino tritato, olio evo e un mestolo di acqua calda
  • dopo aver lasciato l’acqua bollire, caliamo la nostra pasta e la lasciamo cuocere per circa 8 minuti
  • risottiamo la pasta in padella con la colatura di alici e il prezzemolo tritato
  • quando si sarà formata una cremina, la pasta è cotta e possiamo scolarla
  • la impiattiamo e guarniamo con tarallo al finocchietto sbriciolato, emulsione al finocchietto homemade, peperoncino intero essiccato e qualche fiorellino


La sfida è accettata

Da una parte abbiamo Andrea Apuzzo, sicuro Chef del Paradiso Relais, dall’altra, l’ambizioso Chef de Partie dell’Hotel Raito Raffaele Barile. Il sole caldo di luglio, i rumori del mare, gli odori inebrianti che riempiono l’aria.

Apuzzo lancia un guanto di sfida gastronomica al collega, proprio su questa ricetta che unisce non solo la loro cucina, ma anche le loro origini campane. Barile risponde armato di padelle, spaghettone di gragnano e un piccante peperoncino rosso fuoco.

La guerra dello Spaghetto Aglio, olio e peperoncino promette di essere un vero e proprio spettacolo, dove l’unica cosa che conterà sarà il sapore inconfondibile della passione culinaria. Chi avrà la meglio tra i due brillanti cuochi?

Seguici sui social e buon appetito!

Sfida lanciata! L’aglio, olio e peperoncino dello Chef Andrea Apuzzo

Al Paradiso Relais, baciato dal caldo sole di giugno e rinfrescato dalla brezza marina, Chef Andrea Apuzzo trova l’ispirazione per rivisitare un grande classico della cucina campana: lo spaghetto aglio, olio e peperoncino. Un’istituzione per l’Italia? Sicuramente si, e assaggiare quella dello Chef sarà un’esperienza unica.

La tradizione in un piatto

Sebbene l’Aglio, olio e peperoncino sia un piatto diffuso ormai in tutta Italia, la sua origine viene legata alla regione Campania. L’aglio, olio e peperoncino è un piatto semplice, umile ma ricco di gusto e con tanta tanta storia. Probabilmente questo era il piatto che veniva preparato dalle mogli dei contadini che lavoravano negli uliveti, dove reperivano i prodotti necessari.

La pasta utilizzata era quella lunga, a scelta tra linguine o vermicelli. Ad oggi il formato più gettonato è quello degli spaghetti, motivo per cui questo piatto è diventato il vero protagonista, indiscusso, delle spaghettate di mezzanotte.



Una ricetta specialissima

Chef Andrea Apuzzo propone una versione molto personale della famosa ricetta tradizionale, partendo dalla cottura stessa della pasta.

Procedimento:

  • la pasta viene stracotta e poi messa in una boule con ghiaccio (questo fermerà il processo di cottura e darà nuovamente croccantezza alla pasta)
  • dopo circa un minuto, viene tirata fuori dalla boule, messa in una ciotola e condita con olio e pepe
  • in chiusura la pasta viene condita con una crema di latte e aglio, emulsione di peperoncino e polvere di prezzemolo


La sfida è lanciata

Da una parte abbiamo Andrea Apuzzo, sicuro Chef del Paradiso Relais, dall’altra, l’ambizioso Chef de Partie dell’Hotel Raito Raffaele Barile. Il sole caldo di luglio, i rumori del mare, gli odori inebrianti che riempiono l’aria.

Apuzzo lancia un guanto di sfida gastronomica al collega, proprio su questa ricetta che unisce non solo la loro cucina, ma anche le loro origini campane.

La guerra dello Spaghetto Aglio, olio e peperoncino promette di essere un vero e proprio spettacolo, dove l’unica cosa che conterà sarà il sapore inconfondibile della passione culinaria. Chi avrà la meglio tra i due brillanti cuochi?

Seguici sui social e buon appetito!

Palati audaci e sapori vivaci

Il Sommelier Giovanni D’Agata stravolge il concetto di “vino al femminile” proponendoci due bottiglie pensate e ideate da due donne produttrici che hanno fatto di questo mestiere la loro vita.



Sfatando il mito

Contrariamente a quanto si pensa, il vino non è “roba da uomini” o almeno non solo, infatti come testimoniano le ultime statistiche fornite dall’Associazione Donne del Vino, le cantine a conduzione femminile sono circa 115 mila, che corrispondono al 30% delle aziende vitivinicole italiane.

Una percentuale sempre in crescita così come, secondo l’ISTAT, è in aumento il numero di donne che apprezzano e quindi consumano il vino.



La proposta di D’Agata

Il giovane Giovanni D’Agata, studioso, conoscitore, ma soprattutto appassionato Sommelier de La Plage Resort, decide di stupirci con una rivisitazione del concetto di “vino al femminile”. Contrariamente a quello che comunemente accade, D’Agata non ci presenta il solito calice beverino e leggero che spesso ed erroneamente viene riconosciuto come il preferito dalle donne, anzi sposta l’attenzione su due bottiglie dal sapore audace pensate e create da due donne. Il focus è quindi sul lavoro e sul genio femminile, spiegato attraverso la degustazione di:

SP68 Bianco di Arianna Occhipinti è un vino bianco capace di esprimere la ricchezza e la personalità della Sicilia. Nasce da uve autoctone macerate sulle bucce ed esprime profumi di frutta, agrumi, erbe aromatiche e balsamiche e un gusto espressivo, tradizionale e diretto.

Colore: giallo paglierino brillante

Gusto: diretto, dalla nota fresca e quasi erbacea, con un finale asciutto

Profumo: delicati ed aromatici; fiori bianchi, camomilla, pesche bianche, note agrumate e balsamiche con un rimando vegetale

Zahara – Casa Grazia di Maria Grazia di Francesco, un vino intenso e persistente, dal carattere vivace, anticipato da una grande limpidezza. All’olfatto evoca la bellezza del paesaggio, con richiami fruttati e floreali fra cui spiccano fiori d’arancio, gelsomino e zagara, e le note erbacee di salvia e rosmarino. Il sorso regala le suggestioni di un vino di grande equilibrio gustativo fra eleganza e freschezza, ed il nome ci riporta ai campi di fiori che profumano di agrumi siciliani.

Cosa accade poi?

La storia delle produttrici e imprenditrici vitivinicole e della loro piccola rivoluzione tutta italiana sta invadendo le regioni della penisola, una ad una. Le donne del vino aumentano, sono sempre più sicure e forti dei loro studi e delle loro conoscenze, auspicando a trasformare quel 30% in un percentuale sempre più grande e consolidata.

Gran viaggio in Sicilia: degustazione di tre calici di vini dell’Etna

Un’esperienza enologica indimenticabile in Sicilia. Taormina, Perla del Mediterraneo, Ospita un Viaggio Sensoriale. Immersa nella bellezza mozzafiato di Taormina, La Plage Resort ha offerto un’esperienza enologica straordinaria: guidati dall’intraprendente Sommelier Giovanni D’Agata, gli ospiti hanno intrapreso un viaggio sensoriale attraverso tre calici di vini siciliani, scoprendo i tesori enologici di questa terra incantata.



Un Percorso di Sapori e Tradizioni

Tre vini coltivati sull’Etna:

  •  Iniziamo con uno spumante il Gambino, 64 mesi sui lieviti, nerello mascalese in purezza. Contrada Petto Dragone, sensazioni fresche e note acidule di lime, crosta di pane croccante e una bollicina fine.
  • Passiamo all’azienda Cottanera, versante nord dell’Etna, terreno vulcanico 100% Carricante con sensazioni molto vegetali come fosse un Sauvignon Blanc. Ci ricorda l’agrumato e la ginestra di Sicilia, il rosmarino e il sottosuolo sono sempre presenti, così come il timo.
  • Terminiamo con un Etna Rosato Pietradolce, siamo sempre a Passopisciaro, nerello mascalese in purezza. Ricorda la pesca e l’arancia, incredibilmente fruttato e allo stesso tempo ricco di una spiccata acidità.


Le Parole del Sommelier

“Ogni calice racconta una storia, un legame indissolubile con la terra e la tradizione siciliana,” ha affermato Giovanni D’Agata. “Attraverso questi vini, gli ospiti hanno potuto apprezzare l’anima stessa della Sicilia, una regione che offre tesori enologici unici al mondo.”

Un’Esperienza Multisensoriale

Una degustazione che coinvolge tutti i sensi. Ammirando lo splendido scenario di Isola Bella, i nostri ospiti possono respirare l’aria salmastra del Mediterraneo e assaporare i sapori autentici della cucina siciliana, abbinati sapientemente a vini del territorio. Grazie alla passione di sommelier, come Giovanni D’Agata, e alla ricchezza del patrimonio enologico dell’isola, la regione si sta affermando come una meta imperdibile per gli amanti del vino e della cultura. La Plage Resort offre l’opportunità unica di immergersi nell’essenza della Sicilia attraverso i suoi vini, creando ricordi indimenticabili per la vista e il palato.

Multicolour: 3 cocktail instagrammabili per la stagione 2024

La palette estiva è indubbiamente la più fresca e colorata e si riflette anche nelle tendenze beverage della bella stagione, ormai alle porte. Arrivano i cocktail multicolour, frizzanti e beverini con un’estetica glamour e pronta per qualche scatto da postare sui social.

È tempo di colori accesi

Low alcol, alcol free, pairing, ma soprattutto drink colorati, Nonsolococktails – la prima agenzia italiana di servizi integrati nel mondo dell’ospitalità con un focus specifico sulla mixology – ci fornisce tutti i dettagli sulle tendenze beverage che ci accompagneranno per questo 2024.

Questa tendenza di cocktail multicolour è la principale scommessa della stagione, si punta infatti su bevande che abbiano colori vivi e sapori fruttati, quasi da coprire la presenza dell’alcol.

L’arte della mixology è fondamentale per l’ottenimento di questa tipologia di drink, infatti si gioca sull’accostamento di bevande dalle diverse tonalità, che conferiscano ad ogni cocktail un aspetto unico. Gli amanti dei cocktail non potranno resistere alla tentazione di assaporare queste creazioni innovative ed esteticamente accattivanti.



Le proposte di Francesco Imparato

All’Hotel Raito, il nostro Bar Manager Francesco Imparato ci presenta tre versioni inedite di cocktail multicolour.

  1. Cocktail verde: Midori, vino spumantizzato campano e garnish al limone.
  2. Cocktail arancione: Passoa, succo d’ananas e garnish all’arancia.
  3. Cocktail violarosso: Vodka, succo d’arancia, succo di mirtillo e garnish al rosmarino.

Di sua ideazione e realizzazione, le tre proposte rispecchiano perfettamente la tendenza che animerà l’estate 2024.



E dopo?

Guardando al futuro, possiamo immaginare cocktail sempre più creativi e audaci, con abbinamenti inaspettati e presentazioni sorprendenti. La continua ricerca di nuove esperienze culinarie e la voglia di stupire gli ospiti porterà all’evoluzione di queste bevande, trasformandole in vere e proprie opere d’arte liquida. Non vedo l’ora di scoprire quali incredibili novità ci riserverà il mondo dei cocktail nel prossimo futuro!

Venite a provare tutte le proposte di Francesco Imparato e nostri abili bartender!

I Due Fratelli di vedetta sulla Marina di Vietri

I Due Fratelli sono una coppia di scogli situato nel comune di Vietri sul Mare, in provincia di Salerno. Quando ci si affaccia sulla panoramica vista della costiera in prossimità di Vietri sul Mare, è impossibile non notare i due scogli che fanno da vedette alla spiaggia vietrese. Rappresentano da sempre il simbolo di Vietri sul Mare tanto che diverse sono le leggende che si narrano sulla loro comparsa in queste acque.

Il Conte Umfredo dei Landolfi e il Principe Rajan

La prima leggenda ha le sue radici nel lontano 871-872 d.C. durante la sanguinosa guerra tra i salernitani, guidati dal Principe Guaiferio di Salerno, contro i pirati saraceni.

L’antica leggenda narra che un giorno apparve nel mare di Salerno una grande flotta di navi saracene che cinsero d’assedio la città. La guerra continuava da più di un anno, Salerno era alla fame, la popolazione sopportava fame e privazioni. Allora il Principe Guaiferio, non potendo più sopportare il triste spettacolo, riunì il Gran Consiglio e propose di risolvere il conflitto con un duello tra il più forte dei Saraceni e il più forte dei cavalieri Salernitani. Lungo le strade della città l’araldo annunciò la sfida tra il prode Umfredo, Conte dei Landolfi, e il Principe Rajan, figlio di Helino, che comandava l’esercito degli aggressori. Il giorno prestabilito si affrontarono i due giovani campioni, lancia in resta, mentre la popolazione assisteva trepidante da sopra le mura della antica Salerno, incoraggiando il proprio paladino. Il duello avrebbe segnato il destino della città e tutti avevano il fiato sospeso. Rajan ad un certo punto scappò sotto i colpi e i fendenti di Umfredo. Questi lo inseguì e il duello si protrasse in quel di Vietri. Lo scontro continuò feroce e al calare del sole, i due si trovarono stremati e sanguinanti in fin di vita. Le vesti strappate rivelarono tatuato sul petto di entrambi lo stesso stemma di famiglia. Rajan, il principe saraceno mezzo dissanguato disse – “Cosa vedo sul tuo petto , o cristiano? Lo stemma dei miei avi. Guarda bene, Umfredo, è lo stesso stemma che porto io!”. Umfredo protestò incredulo con un filo di voce, allorché Rajan gli rivelò – “Ma si, mio padre Helino per tutta la vita ha cercato un figlio che gli era stato rapito dai pirati. È successo tanti anni fa e lo ha cercato per tutto il mondo! Ora io ti ho ritrovato. Tu sei mio fratello e io ti ho ucciso!” E Umfredo – “Ti perdono! E perdonami anche tu! Che destino crudele, due fratelli, ci siamo uccisi l’un l’altro.

I due morirono col desiderio di abbracciarsi anche solo per un momento, poi scivolarono a mare , e come narra la leggenda, si tramutarono nei due scogli che ancora adesso vengono chiamati “i Due Fratelli”.

La leggenda dei fratelli pastori e la Ninfa Roda

Altra leggenda molto diffusa sull’origine del nome, narra di due giovani pastori che, spintosi con il loro gregge fin sulla spiaggia di Vietri, rimasero incantati dalla bellezza di una misteriosa fanciulla che dormiva in mezzo al mare. Allo scatenarsi improvviso di una tempesta, i due giovani in pena per lei si buttarono in acqua nel tentativo di tirarla in salvo, ma senza successo e annegando inevitabilmente in quelle acque agitate. Il gregge fedele ai suoi pastori seguì i due giovani e tutti gli animali fecero anche loro una tragica fine. La fanciulla si salvò perché altri non era se non la ninfa marina Roda, figlia di Poseidone, dio del mare. Poseidone ammirato il coraggio e la generosità del gesto dei due giovani e decise di trasformarne i resti nei due scogli oggi noti come i “Due Fratelli” e le pecore del loro gregge in piccoli scogli che li circondano nel mare.

Dal caseificio alla tavola: una mozzarella protagonista in due piatti

Nel suggestivo agrumeto dell’Hotel Raito con vista sulla Marina di Vietri, lo Chef Francesco Russo condivide la sua passione per la mozzarella in tutte le sue varianti. Un’occasione unica per vivere un’esperienza culinaria indimenticabile immersi nella bellezza della Costiera Amalfitana.

La passione per la mozzarella

Lo Chef Francesco Russo, noto per la sua creatività e maestria in cucina, ci introduce al mondo della mozzarella, un formaggio amato da tutti. Con la sua esperienza pluriennale, ci racconta come questo ingrediente così semplice possa trasformarsi in prelibatezze uniche e sorprendenti.

“I prodotti caseari sono spesso protagonisti dei miei piatti. Che si tratti di ricotta, stracciatella, salse, mantecati o farciture per la pasta fresca, caratterizzano e rendono riconoscibili le mie creazioni culinarie.” – Chef Francesco Russo



Due proposte food per un aperitivo perfetto

Lo Chef ci presenta due proposte food esclusive per un aperitivo gourmet: la famosa caprese, rivisitata nella sua estetica e la mozzarella in carrozza. La freschezza della mozzarella si unisce alla bontà degli agrumi locali, creando un’armonia di sapori capace di deliziare i palati più esigenti. Un’occasione incredibile per scoprire l’incontro tra tradizione e innovazione culinaria.

Le ricette speciali del nostro Chef

Mozzarella in carrozza, ricetta tipica della Costiera Amalfitana, rivisitata dallo Chef dell’Hotel Raito con un aggiunta di finocchietto per esaltare la freschezza.

Procedimento:

  • si incide la mozzarella circa nel mezzo
  • viene farcita con alici, capperi e pomodori secchi
  • si richiude la mozzarella ripiena e si passa in farina uova e pangrattato, come se fosse una milanese di mozzarella.
  • viene dunque fritta in abbondante olio
  • una volta pronta, tolto l’eccesso di olio, viene servita con un ragù di totanetti e patate

La seconda proposta dello Chef Russo è l’insalata Capri-Parma. La fusione delle due città rappresentata da alimenti tipici: la caprese e il culatello di Parma. La versione personale dello Chef presenta una Burrata accompagnata da pomodorini datterini gialli e rossi, olive taggiasche e l’immancabile culatello di Parma; tutto condito con pepe, olio e impreziosito da germogli. Una ricetta semplice da replicare a casa e fresca da gustare sotto l’ombrellone a bordo piscina!



Il futuro della cucina gourmet

Le preparazioni dello Chef Russo ci ricordano l’importanza di valorizzare le eccellenze culinarie del nostro territorio. La ricerca della perfezione e la passione per la gastronomia sono elementi fondamentali per garantire un futuro ricco di sapori autentici e appaganti. L’esperienza culinaria offerta dall’ Hotel Raito tra gli agrumi rappresenta un viaggio sensoriale unico nel suo genere. Un mix di tradizione, creatività e innovazione che lascia spazio a nuove prospettive e alla scoperta di nuovi orizzonti gastronomici. Un’occasione imperdibile per lasciarsi conquistare dai sapori autentici della nostra tradizione, reinterpretati in chiave moderna e raffinata.

3 amari ad impatto 0

Se la cultura del km0 è entrata a far parte della filosofia culinaria di ogni parte del mondo, o almeno così sembra, per tenersi al passo con i cambiamenti anche i sostenitori del buon bere si stanno riscoprendo amanti delle bevande “local”. A La Plage Resort oggi vi proponiamo tre versioni sicule di uno dei drink più longevi: amaro con ghiaccio.



Bere a km0: in Sicilia è già tendenza

Saper esaltare i prodotti del territorio è una delle mission preferite della Cucina Italiana e sulla stessa scia anche Bartender, Sommelier e Mixologyst nel 2024 prediligono prodotti locali. Da qualche anno in Sicilia, più nello specifico nella zona di Taormina, alcune attività di ristorazione in collaborazione con esperti del bere, hanno consolidato la filosofia del km0, proponendo ai propri clienti bevande del territorio che raccontino al meglio la storia di un’isola e il lavoro delle persone e dei produttori che ne hanno fatto la loro casa.

Le proposte del nostro Bartender Enzo Verga

“Ghiaccio a cubetti, “una stirata al drink” “il twist per rilasciare odori”, le espressioni chiave di una preparazione semplice che contiene il sapore dell’Isola. Enzo Verga, Bartender de La Plage Resort a Taormina, ci propone tre amari siciliani. Comincia con Amara, simpatico nel nome e fresco nel gusto, prodotto nel catanese con arance I.G.P., lascia in bocca uno squisito sentore di gelsomino. Riempie il dosatore, lo versa nel bicchiere con ghiaccio e lo serve con una dry orange. Come seconda proposta sceglie Amacardo prodotto con carciofini cresciuti alle pendici dell’Etna. Un sapore più deciso, rinfrescato dal ghiaccio e dagli olii essenziali della scorza di un’arancia. Ultimo, ma non per importanza, l’amaro Scòccia che prende il nome dalla traduzione dialettale siciliana della parola “buccia”. Contiene la Nepitella, una particolare erba aromatica cresciuta nei boschi della zona e un agrume altrettanto singolare, il Finger Lime, caviale di limone, per così dire. Lo presenta con ghiaccio e con la scòccia di un limone isolano.



E poi?

Chissà che sulla scia di una riappropriazione territoriale non si scelga di riappropriarsi anche di una terminologia tutta italiana che ad inizio Novecento caratterizzò i futuristi, per cui bar fu sostituito da “quisibeve”, cocktail diventò “polibibita” e il barman “il mescitore”.

In attesa di scoprirlo vi aspettiamo al Beach Club de La Plage Resort per provare i sapori siciliani, senza trascurare quelli del resto del mondo!

Translate »