Il Sommelier Giovanni D’Agata stravolge il concetto di “vino al femminile” proponendoci due bottiglie pensate e ideate da due donne produttrici che hanno fatto di questo mestiere la loro vita.
Sfatando il mito
Contrariamente a quanto si pensa, il vino non è “roba da uomini” o almeno non solo, infatti come testimoniano le ultime statistiche fornite dall’Associazione Donne del Vino, le cantine a conduzione femminile sono circa 115 mila, che corrispondono al 30% delle aziende vitivinicole italiane.
Una percentuale sempre in crescita così come, secondo l’ISTAT, è in aumento il numero di donne che apprezzano e quindi consumano il vino.
La proposta di D’Agata
Il giovane Giovanni D’Agata, studioso, conoscitore, ma soprattutto appassionato Sommelier de La Plage Resort, decide di stupirci con una rivisitazione del concetto di “vino al femminile”. Contrariamente a quello che comunemente accade, D’Agata non ci presenta il solito calice beverino e leggero che spesso ed erroneamente viene riconosciuto come il preferito dalle donne, anzi sposta l’attenzione su due bottiglie dal sapore audace pensate e create da due donne. Il focus è quindi sul lavoro e sul genio femminile, spiegato attraverso la degustazione di:
SP68 Bianco di Arianna Occhipinti è un vino bianco capace di esprimere la ricchezza e la personalità della Sicilia. Nasce da uve autoctone macerate sulle bucce ed esprime profumi di frutta, agrumi, erbe aromatiche e balsamiche e un gusto espressivo, tradizionale e diretto.
Colore: giallo paglierino brillante
Gusto: diretto, dalla nota fresca e quasi erbacea, con un finale asciutto
Profumo: delicati ed aromatici; fiori bianchi, camomilla, pesche bianche, note agrumate e balsamiche con un rimando vegetale
Zahara – Casa Grazia di Maria Grazia di Francesco, un vino intenso e persistente, dal carattere vivace, anticipato da una grande limpidezza. All’olfatto evoca la bellezza del paesaggio, con richiami fruttati e floreali fra cui spiccano fiori d’arancio, gelsomino e zagara, e le note erbacee di salvia e rosmarino. Il sorso regala le suggestioni di un vino di grande equilibrio gustativo fra eleganza e freschezza, ed il nome ci riporta ai campi di fiori che profumano di agrumi siciliani.
Cosa accade poi?
La storia delle produttrici e imprenditrici vitivinicole e della loro piccola rivoluzione tutta italiana sta invadendo le regioni della penisola, una ad una. Le donne del vino aumentano, sono sempre più sicure e forti dei loro studi e delle loro conoscenze, auspicando a trasformare quel 30% in un percentuale sempre più grande e consolidata.