Un omaggio alla Pâtisserie Française: la Tarte Tatin

Alessio Battisti, il talentuoso Pastry Chef di Palazzo Montemartibi, a Radisson Collection Rome, ci presenta un “dolce al contrario” nato da un errore e diventato famoso in tutto il mondo, la tarte tatin.



Tutto nasce da un errore

La Tarte Tatin è un famosissimo dolce francese nato da un semplice errore. La tradizione racconta infatti come tutto avvenne a fine Ottocento nel ristorante dell’Hôtel du Pin d’Or gestito dalle sorelle Stephanie e Caroline Tatin a Lamotte-Beuvron, in Francia.

Una domenica mattina Stephanie, preparando una torta di mele in grande fretta, dopo aver imburrato e cosparso di zucchero la tortiera, dimenticò di mettere lo strato di pasta brisé e dispose direttamente le mele, che durante la cottura si caramellarono con lo zucchero e il burro. Quando si rese conto dell’errore, aggiunse la pasta sopra alle mele e, a fine cottura, ottenne un dolce al contrario che quindi capovolse in un piatto.
I clienti che l’assaggiarono ne furono subito soddisfatti e quindi le due sorelle iniziarono a produrla regolarmente. Per questo prese il loro nome ed iniziò a chiamarsi Tarte Tatin.

Alessio Battisti, con la sua passione per l’eccellenza e la sua abilità nell’innovare, ha creato una versione della Tarte Tatin che fonde sapientemente le tecniche francesi con gli ingredienti italiani di alta qualità. Ogni morso di questa delizia dolce rivelerà un’esplosione di sapori autentici e un’armonia di texture che lascerà un’impronta indelebile sulla memoria dei commensali.



Testimonianze e Analisi

“La Tarte Tatin è un classico della pasticceria francese, ma con questa interpretazione, Alessio Battisti ha dimostrato che la tradizione può essere reinterpretata in modo creativo e rispettoso” – sostiene un nostro commensale. “Questa creazione è un tributo all’eccellenza culinaria e un esempio di come l’innovazione possa arricchire le nostre esperienze gastronomiche.”

Un Futuro Dolce e Promettente

L’omaggio di Alessio Battisti alla Pâtisserie Française non è solo un’esperienza gustativa, ma un simbolo dell’impegno costante per l’eccellenza e l’innovazione nel mondo della pasticceria. Questa creazione apre la strada a nuove esplorazioni culinarie, dimostrando che la fusione di tradizioni diverse può portare a risultati sorprendenti e deliziosi.

Mentre ci prepariamo a gustare questa delizia dolce, non possiamo fare a meno di immaginare le future creazioni che Alessio Battisti e altri talentuosi pasticceri avranno in serbo per noi, continuando a spingersi oltre i confini della tradizione e a regalare al mondo esperienze culinarie indimenticabili.

Atelier e food: il maialino 5 stelle

Frittate da 900 euro, dessert a peso d’oro, “very expensive pizza”, la frontiera del lusso si sposta sul cibo, ultracostoso, in quasi tutto il mondo. A Palazzo Montemartini la Sous Chef Carolina Torres ci descrive con un piatto tenace e carico di gusto, quello che per lei è sinonimo di sapori da atelier.



L’oro alimentare vero protagonista

A far lievitare i prezzi delle pietanze di lusso sono sicuramente ingredienti pregiati, ma chi fa da padrone in questi piatti è l’oro. Brillante, seducente, lussuoso, sono gli aggettivi che più si addicono a questo ingrediente di cui le origini risalgono all’antico oriente e all’Egitto del II millennio a.C. Il suo impiego per decorare il cibo è attestato anche nel mondo greco-romano e una grande quantità di fonti ne descrive l’utilizzo nelle corti rinascimentali.

Il suo utilizzo è oggi molto comune, viene adoperato in diverse preparazioni e, contrariamente a quanto si può pensare, ha un costo inferiore a moltissimi altri ingredienti!

Spenderesti 15mila dollari per un dessert?

Il culto del cibo di lusso si fa sempre più forte in America, soprattutto a New York dove si registrano i prezzi più alti del mondo per alcuni piatti. Pizze gourmet, tagli di carni pregiatissimi e ancora frittate con aragosta e dolci con colate di oro sopra. Il Nuovo Continente è certamente la patria del cibo ultracostoso.

Ad oggi il record è stato stabilito dal Fortress Stilt Fisherman Indulgence del The Fortress Resort and Spa in Sri Lanka. Costa 14.500 dollari: si tratta di una cassata italiana, crema irlandese, frutta di stagione, un composto di mango e melograno, Dom Pérignon, il tutto avvolto in una foglia d’oro. Viene servito con un cioccolatino fatto a mano a forma di pescatore e una pietra di acquamarina. 



A Palazzo Montemartini il lusso è nel gusto

La Cucina Italiana è senza dubbio la più amata nel mondo, famosa per essere gustosa, unica, sensazionale. In Italia il cibo è unione e impegno, rappresentata al meglio da una tavola rotonda.

La Sous Chef Carolina Torres prepara un maialino 5 stelle, dai sapori esclusivi e lussuosi:

Il maialino viene cotto a bassa temperatura per 12h, una volta disossato viene lasciato per 24h pressato prima di sporzionarlo.

Una volta sporzionato procediamo scottando la pelle del nostro maialino in una padella molto calda per ottenere una crosta croccante e una carne molto morbida. Doriamo dunque i cipollotti che sono stati precedentemente sbollentati sottovuoto.

Andiamo dunque ad impiattare il nostro Maialino, lo serviamo con i cipollotti e una mela che è stata precedentemente messa in osmosi completamente a crudo. Decoriamo con il nostro purea di mela acida, saliamo il maialino e finiamo il piatto con un po’ di fondo del maialino ottenuto dalla cottura delle ossa.

Vi aspettiamo a Palazzo Montemartini per provare il nostro nuovo menù del pranzo al Ristorante Senses oppure degustare un aperitivo o una cena in Terrazza Montemartini tutti i giorni al tramonto, dalle 19:00, con vista sui tetti di Roma e le Terme di Diocleziano!

Tre insalate da provare una volta nella vita

Siete pronti a imbarcarvi in un’avventura culinaria senza precedenti? Chef Alessandro Tognacci, direttamente dal prestigioso Palazzo Montemartini, è pronto a svelarvi i segreti di tre insalate gourmet che lasceranno un’impronta indelebile sul vostro palato.



Puntarelle: un inno alla tradizione romana

La prima tappa di questo viaggio gastronomico ci conduce all’insalata di puntarelle, un vero e proprio inno alla tradizione romana. Queste tenere gemme di cicoria, finemente tagliate e condite con un’emulsione di aceto, aglio e acciughe, rappresentano l’essenza stessa della cucina capitolina.

“Le puntarelle sono un’esplosione di sapori autentici.” – afferma Chef Tognacci. “Ogni boccone vi trasporterà nelle vivaci strade di Roma, dove questa delizia è stata perfezionata nel corso dei secoli.”

– Chef Alessandro Tognacci


Carciofi crudi e scaglie di parmigiano: un’armonia di sapori

La seconda tappa ci porta a un’insalata che celebra l’incontro tra la freschezza dei carciofi crudi e il gusto intenso del Parmigiano Reggiano. Questa combinazione apparentemente semplice si trasforma in un’esperienza sensoriale senza pari, grazie alla sapiente mano di Chef Tognacci.

“I carciofi crudi offrono una texture croccante e un sapore delicato, mentre le scaglie di Parmigiano aggiungono una nota di complessità e profondità,” spiega lo chef. “È un’armonia di sapori che vi lascerà senza parole.”

Nervetti: un omaggio alla tradizione contadina

L’ultima tappa di questo viaggio culinario ci conduce all’insalata di nervetti, un piatto che celebra le radici contadine della cucina italiana. Questi teneri nervetti, conditi con olio extravergine d’oliva, aceto e spezie, rappresentano l’essenza stessa della semplicità e dell’autenticità.

“I nervetti sono un omaggio alla tradizione locale,” afferma Chef Tognacci. “Ogni boccone vi trasporterà in un mondo di sapori genuini e autentici, dove la natura incontra la maestria culinaria.”

Un’esperienza culinaria indimenticabile

Queste tre insalate gourmet non sono solo delizie per il palato, ma anche un’opportunità per immergersi nella ricca cultura culinaria italiana. Chef Alessandro Tognacci, con la sua passione e la sua esperienza, vi guiderà in un viaggio sensoriale senza precedenti, regalandovi un’esperienza culinaria indimenticabile.

Non lasciatevi sfuggire questa opportunità unica di assaporare l’essenza stessa della cucina romana e italiana. Prenotate il vostro tavolo al Palazzo Montemartini e lasciatevi trasportare in un mondo di sapori autentici e indimenticabili.

Il cappuccino, derivato del caffè, è la bevanda scelta dagli americani. Con la pizza o con la pasta? Giammai per noi Italiani

Immaginate di ordinare un’autentica pizza napoletana e di ricevere un cappuccino come accompagnamento. Sembra assurdo, vero? Eppure, per alcuni turisti stranieri, questa combinazione non è poi così insolita. Luca D’orzi, Maître del rinomato Ristorante Senses a Palazzo Montemartini, a Radisson Collection Rome, ci svela le bizzarre richieste di un pubblico internazionale che spesso sconvolge le tradizioni culinarie italiane.



Tradizioni radicate e palati esigenti

“Gli americani amano il cappuccino”, afferma D’orzi con un sorriso comprensivo. “Lo vogliono con la pizza, con la pasta, persino con la carne!”. Questa preferenza per la schiuma di latte e caffè espresso può sembrare innocua, ma per gli italiani rappresenta una vera e propria eresia culinaria.

Secondo D’orzi, non sono solo gli americani a commettere questi “peccati” gastronomici.

“Abbiamo ospiti provenienti da ogni angolo del mondo, ognuno con le proprie abitudini e preferenze. È una sfida costante per noi adattarci alle loro richieste, pur mantenendo intatte le nostre tradizioni culinarie.”

Luca D’orzi – Maître di Palazzo Montemartini, a Radisson Collection Rome


Un incontro di culture a tavola

Nonostante le apparenti stranezze, D’orzi accoglie queste differenze culturali con un’apertura d’animo ammirevole. “Ogni piatto, ogni abbinamento, racconta una storia unica,” spiega. “È un’opportunità per imparare e apprezzare le diverse prospettive culinarie.”

Che si tratti di un cappuccino con la pizza o di una richiesta ancora più bizzarra, il Ristorante Senses si impegna a soddisfare le esigenze dei suoi ospiti, mantenendo sempre un rispetto profondo per le tradizioni italiane.

Verso un futuro di apertura culinaria

Mentre le usanze culinarie continuano a evolversi e a fondersi, è evidente che l’apertura mentale e il rispetto reciproco saranno fondamentali per preservare l’autenticità delle tradizioni gastronomiche di ogni cultura. Forse, un giorno, il cappuccino con la pizza diventerà una nuova tendenza accettata, o forse rimarrà un’eccentricità per i palati più avventurosi. In ogni caso, l’incontro di culture a tavola promette di arricchire l’esperienza culinaria di tutti noi.

Storie e segreti di un grande seduttore in 3 cioccolatini

Il cioccolato, ingrediente nobile dalle mille varietà e sapori decisi, è il protagonista indiscusso delle creazioni di Alessio Battisti, Pastry Chef di Palazzo Montemartini. Attraverso 3 cioccolatini unici, A. Battisti ci guida in un viaggio sensoriale alla scoperta di storia e segreti d’autore racchiusi in ogni morso.



Un’introduzione golosa

Immaginate di lasciarvi tentare da un’elegante scatola che nasconde tre piccole opere d’arte: è il regalo che abbiamo riservato a tutti gli amanti del cioccolato. Questi cioccolatini non sono solo un insieme di dolci prelibatezze, sono veri e propri racconti da gustare lentamente. Al latte o fondente, bianco o amaro, quanti votano sì per l’extra cioccolato?
In “Cioccolato, la passione divorante”, Sandra Boynton descrive il cioccolato come un diritto e non un privilegio: “Come tale deve essere fornito, e quindi essere disponibile, come un vero e proprio servizio in ogni stato, in ogni comunità, in ogni isolato”.

Lo sguardo attento alle sfumature

Ogni cioccolatino è frutto di una ricerca accurata, di un equilibrio tra ingredienti pregiati e passione. Le creazioni di A. Battisti si distinguono per l’attenzione ai dettagli e per l’abilità nel combinare sapientemente gusti e consistenze diverse, regalando un’esperienza sensoriale unica ad ogni assaggio. Dal cioccolato fondente di colore rosso, ripieno di una riduzione di aceto balsamico accostato ad una ganache alla fragola, fino al tanto amato da grandi e piccini, cioccolatino al latte di colore nero sfumato d’oro, con una morbida ganache allo yuzu (liquore di origine Giapponese) , zenzero ed arancia; passando per il cioccolatino bianco decorato con schizzi di colore rosso, ripieno al passion fruit. Tra gusto, passione e tradizione, concedersi una pausa di puro piacere gustativo diventa un gesto di vera e propria rivoluzione.



Il cioccolato è protagonista nell’epoca postmoderna

Dal 30 Luglio del 1502, con la scoperta del cioccolato da parte di Cristoforo Colombo, questo dolce alimento ha subito notevoli mutamenti. Da prima uno status symbol, con il suo debutto nelle corti europee, fino a perdere il suo valore sacro e rituale, diventando una bevanda alla moda.

“Il cioccolato deve essere preso bollente, seduti e spettegolando”. – Anonima dama spagnola del XVII secolo. La moda influisce da sempre sugli aspetti formali, definendo i luoghi e i modi di assaporare anche il “Cibo degli Dei”. È il cinema, già negli anni ’70, a rendere il gustoso cioccolato non solo un simbolo ma uno strumento di aggregazione sociale con i film: “Pane e Cioccolata” di Franco Brusati, film girato nel 1974 in cui le golose tavolette sono viste come simbolo di inadeguatezza sociale, “La fabbrica di cioccolato” di Roald Dahl che attraverso il cioccolato cerca di trasmettere il valore della soddisfazione, “Lezioni di cioccolato” di Claudio Cupellini e ancora il celebre “Bianca” di Nanni Moretti che racconta un ruolo importantissimo del cioccolato: il riempimento dell’affettività mancante, fino al successo di “Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson in cui i “courtesan au chocolat” rappresentano la salvezza, quella del personaggio di Zero Moustafa che grazie alle scatole di cioccolatini riesce a fuggire dalla prigione.

Il futuro del cioccolato

In un mondo in continua evoluzione, il cioccolato si conferma un elemento intramontabile della gastronomia e della cultura del gusto. Le creazioni del nostro Pastry Chef rappresentano un ponte tra tradizione e innovazione, aprendo nuove prospettive di sperimentazione e di piacere per il palato di chiunque si lasci conquistare da queste prelibatezze. I cioccolatini non sono solo dolci per il palato, ma veri e propri racconti che parlano di passione, creatività e amore per l’arte dolciaria. E chissà quali altre sorprese il futuro riserverà a tutti gli amanti del cioccolato, pronti ad essere conquistati dai sapori decisi e avvolgenti di questo grande seduttore culinario.

Panino che passione: il comfort food del nostro Chef

Nel Garden Montemartini, nel cuore di Roma, Chef Alessandro Tognacci da vita ad un’esperienza culinaria ultra “capitolina”. Con la sua passione per la cucina tradizionale e la sua creatività, ha creato uno streetfood gustoso e tenace, simbolo della sua romanità.



Un’esplosione di sapori autentici

Questo panino non è solo un semplice comfort food, ma un’esplosione di sapori autentici che celebrano la tradizione romana. La pancia di vitella, cotta alla perfezione, si fonde con la croccantezza della rosetta, mentre la rucola fresca e la cipolla in agrodolce aggiungono una nota di freschezza e acidità.

“Il segreto sta nell’equilibrio perfetto degli ingredienti e nella cura artigianale di ogni fase della preparazione,” afferma lo Chef Tognacci.

Un’esperienza multisensoriale

L’esperienza non si limita solo al gusto, ma coinvolge tutti i sensi. L’atmosfera accogliente del Palazzo Montemartini, con il suo fascino storico e la sua eleganza discreta, offre un’ambientazione perfetta per gustare questo capolavoro culinario.

Un tributo alla tradizione romana

Questo panino non è solo un piatto, ma un tributo alla tradizione culinaria romana. Lo Chef Tognacci ha saputo reinterpretare i sapori autentici della cucina romana in chiave moderna, creando un’esperienza unica e indimenticabile.

Conclusione: Un’esperienza da non perdere

Se siete a Roma e volete vivere un’esperienza culinaria autentica e indimenticabile, non potete perdere la Rosetta con pancia di vitella alla fornara, rucola e cipolla in agrodolce dello Chef Alessandro Tognacci al Palazzo Montemartini. Un vero capolavoro che celebra la passione per il cibo e la tradizione romana.

Triglia croccante e vignarola di Chef Alessandro Tognacci

Triglia delicatamente fritta, accompagnata da vignarola fresca e colorata. Un connubio di sapori primaverili che esaltano la freschezza del mare e dei prodotti della terra. Un’ esperienza culinaria unica, concepita dallo chef Alessandro Tognacci, da gustare ammirando le antiche Terme di Diocleziano nel cuore di Roma.



Preparazione

Eviscerare e squamare le triglie. sfilettare il pesce, ottenendo due filetti, e togliere accuratamente tutte le spine. Panare le triglie prima nell’uovo sbattuto e poi nel panko, per una panatura ancora più croccante ripassare nell’uovo e poi nel panko.

Per la vignarola

Sbucciare le fave fresche e i piselli, sbianchirli per qualche minuto in acqua. Tagliare gli asparagi selvatici e saltare in padella con olio e sale, con i gambi degli asparagi fate un brodo ristretto. Tritate nel cutter il prezzemolo sbianchito, lo spicchio d’aglio senza anima, la mentuccia, le alici, con due cucchiai di olio extravergine ed un cubetto di ghiaccio, fino ad ottenere una crema. Pulire i carciofi e tagliare a spicchi, rosolare in padella leggermente. Aggiungere, ai carciofi, due mestoli di Brodo ristretto, tutte le verdure
preparate in precedenza, e la crema di prezzemolo. Lasciar cuocere per due minuti ed aggiustare di sale.
Friggere in abbondante olio le triglie, scolare ed asciugare. Impiattare mettendo sotto la vignarola ed appoggiare il pesce sopra, cospargere con fiocchi di sale.

C’era una volta il sommelier: nella cultura contemporanea, il pairing detta i legami del buon bere

Il pairing rappresenta il giusto abbinamento tra alimenti e bevande, un’arte culinaria che coinvolge non solo il gusto, ma anche l’olfatto e la vista. Questa pratica millenaria può avvenire in due modi principali: per “accostamento”, ovvero combinando ingredienti simili, o per “contrasto”, unendo sapori opposti. Un perfetto pairing può trasformare un pasto o un aperitivo in un’esperienza indimenticabile, in grado di esaltare i sapori e stimolare i sensi.


Accostamento e contrasto: le due anime del pairing

Nel mondo della mixology, ovvero l’arte di creare cocktail equilibrati, il pairing acquista nuove sfumature. Si possono abbinare ingredienti diversi nello stesso drink, creando combinazioni sorprendenti e raffinate. Ad esempio, l’amarezza di un bitter può bilanciare la dolcezza di uno sciroppo, mentre l’acidità di un succo può esaltare la freschezza di una base alcolica. Il risultato è un’armonia di sapori che delizia il palato e allieta lo spirito. 

Per “accostamento” ci possono essere vari motivi che, per componenti chimico-molecolari, fanno combaciare perfettamente degli alimenti tra di loro, o questi con delle bevande. Più semplicemente questi abbinamenti ce li ha fatti intuire la natura come, ad esempio, il seguire l’abbinamento cromatico. Può essere il caso del cibo chiaro come pesce, formaggio, risotti, carni bianche che stanno sicuramente bene se abbinati ad un vino bianco. Per non sbagliare, possiamo trovare accostamenti anche rimanendo fermi nel territorio dove il paesaggio ha pensato già a tutto. Così in Liguria, il “Pigato” e le sue note di menta, basilico e leggera sapidità del mare, si sposano con il pesto.

Invece per “contrasto” si va a mitigare la grassezza, acidità o dolcezza con degli elementi opposti: cibo grasso con bevanda secca e cibo dolce con bevanda acida. Questo tipo di abbinamento a Roma ha trovato un modo di dire. Se una cosa è fatta bene, si dice è un “burro e alici”, nel crostino la sapidità dell’alice viene smorzata dalla dolcezza del burro. Un dolce a fine pasto sarà sicuramente ben accompagnato da un cocktail con una spiccata acidità, che rinfrescherà il palato. Sulle colline emiliane un Lambrusco secco, fresco e frizzante alleggerirà la sontuosità barocca di un tortellino in brodo. “L’inabbinabile” carciofo che a causa della sua parte amaricante diventa difficile per molti vini, invece si sposa perfettamente con un americano cocktail, grazie al Vermouth rosso che non è altro che un vino aromatizzato.

Il gusto del futuro: esperienze sensoriali in continua evoluzione

In un’epoca in cui l’esperienza sensoriale gioca un ruolo sempre più centrale nel mondo della ristorazione e del beverage, il pairing rappresenta un punto di incontro tra tradizione e innovazione. Le nuove tendenze vedono la ricerca di accostamenti inusuali e la sperimentazione di nuove combinazioni, per offrire ai commensali un’esperienza unica e indimenticabile. La continua evoluzione delle tecniche di pairing, apre la strada a infinite possibilità di scoperta e creatività.



Il pairing a Palazzo Montemartini

La proposta di Mauro Cipollone, Bar Manager di Palazzo Montemartini è un ampliamento del concetto stesso di pairing. Partendo da un abbinamento ideato prendendo spunto dalla cucina internazionale e dalla ricetta del Ceviche, Mauro Cipollone ci presenta il suo cocktail Lilly: sciroppo al rosmarino, lime e pisco, un distillato del Sudamerica, infuso a ibisco e coriandolo. “Le note di questo drink saranno fresche e acide e vi lasceranno un finale molto lungo” così ce lo descrive lui stesso.

Gusto, creatività e sperimentazione

Il pairing cibo-bevanda è molto più di una semplice combinazione di sapori: è un viaggio attraverso culture, tradizioni e innovazioni. Accostando o contrastando ingredienti con maestria, è possibile creare esperienze sensoriali che resteranno impresse nella memoria di chi le vive. Il futuro del pairing si prospetta ricco di nuove sfumature e sorprese, pronte a stupire e deliziare anche i palati più esigenti. Che il viaggio nel mondo del pairing abbia inizio, con una nuova miscela di gusti da esplorare e apprezzare. Buon viaggio nel mondo del gusto.

Dieta crudista: l’insalata delle “principesse” rivisitata dalla nostra Sous Chef

La dieta crudista non smette di stupire e Carolina Torres, Sous Chef di Palazzo Montemartini, ha deciso di mettere in luce l’insalata delle “principesse” in una versione rivisitata che promette di conquistare anche i palati più esigenti. Da Loewe, con la presentazione alla fashion week di Parigi della nuova collezione 2024-2025 ispirata agli ortaggi, fino alle scelte alimentari consapevoli di una versa Principessa anzi…Duchessa, Kate Middleton.


Parigi, 2 Marzo 2024 ore 11.30: insalata couture da Loewe

Alla periferia est di Parigi, nel cortile di un sotterraneo dall’aspetto medievale, arrivano una dopo l’altra le auto d’epoca con telecamere a bordo. È la sorpresa speciale di Loewe per i suoi ospiti VIP, che vengono ripresi lungo il percorso per la diretta streaming. La casa di moda spagnola e il suo stilista Jonathan W. Anderson hanno orchestrato uno dei momenti più attesi della Settimana della moda, dedicato al pittore naturalista americano Albert York. Diciotto delle sue opere hanno decorato il set, una sorta di galleria d’arte dipinta in diverse tonalità di verde (proprio quelle dei quadri del pittore), uno sfondo clorofilliano per scoprire una collezione metà couture e metà orto.

Un tocco di creatività da vere principesse

Le due proposte di insalate ideate da Carolina Torres mettono al centro del piatto frutta, verdura e colori di stagione, creando un connubio di sapori e consistenze che regalano un’esperienza culinaria unica e indimenticabile. Chi ha ispirato la scelta della nostra Sous Chef? Kate Middleton: bella, simpatica e persino alla mano. Ormai lo sappiamo: la Duchessa ci ha abituati a vivere la royal family come un universo parallelo, molto vicino a noi. Di lei sappiamo molto, quasi tutto. Ci mancava solo il suo (ennesimo) segreto per mantenersi in forma. E no, non è solo il tennis. Qual è? Un’insalata.

«Kate preferisce gli alimenti biologici per il pranzo e aggiunge il maggior numero possibile di materie prime». Spiega una fonte al tabloid britannico Daily Express. «Le insalate di anguria sono un alimento base dei pranzi di Kate». Dunque, cosa mangia Kate Middleton? La sua insalata preferita è vegetariana, crudista e sana al 100%.

Ebbene sì, nonostante esista a corte un’enorme squadra di chef e sous-chef pronta a esaudire ogni suo desiderio culinario, spesso e volentieri è la stessa duchessa di Cambridge a provvedere personalmente alle proprie necessità in cucina. Se una Duchessa gestisce autonomamente la sua dieta crudista, pensate di essere all’altezza di replicare a casa la vostra insalata da “principesse”?



La freschezza e la salute in un solo piatto

L’importanza di una dieta ricca di elementi freschi e nutrienti è il fulcro di questa iniziativa culinaria. Carolina Torres promuove un approccio alimentare che non solo valorizzi i prodotti di stagione, ma che soprattutto punti alla salute e al benessere del corpo.

RICETTA DELLA PRIMA PROPOSTA:

  • Creiamo una salsa di Vinaigrette con senape, sale, pepe, aceto di champagne, un goccino d’olio ed emulsioniamo il nostro composto
  • Mettiamo la misticanza in una ciotola e aggiungiamo la nostra salsa Vinaigrette, mescoliamo
  • Procediamo impiattando. Posizioniamo la misticanza al centro del nostro piatto, aggiungiamo melone cantalupo a sfera, more, sesamo nero e sesamo bianco e per guarnire il piatto utilizziamo dei fiori edibili

RICETTA DELLA SECONDA PROPOSTA:

  • Iniziamo tagliando i funghi in fette sottili, peperone rosso e datterino giallo
  • Prepariamo un emulsione di Vinaigrette con aceto balsamico, sale e pepe e un goccio di olio
  • Montiamo il nostro piatto posizionando una base di spinacino fresco nel mezzo, adagiamo sopra le nostre verdure di stagione.
  • Cospargiamo con semi di girasole e di zucca e condiamo con la nostra Vinaigrette
  • Ultimiamo la decorazione del piatto con qualche germoglio


Il futuro della cucina salutare

Con queste due proposte di insalate, la nostra Sous Chef conferma la tendenza in crescita verso una maggiore consapevolezza alimentare e il desiderio di unire gusto e benessere in un’unica esperienza culinaria, con un tocco di glamour. Il lavoro di professionisti, come Carolina Torres, apre la strada a nuove sperimentazioni e a un approccio sempre più attento alle esigenze di un pubblico sempre più interessato all’origine e alla qualità degli alimenti.

Con la sua visione innovativa e il suo talento culinario, la Sous Chef di Palazzo Montemartini, Carolina Torres, si conferma come una figura di spicco nella scena gastronomica, capace di coniugare tendenze e creatività per offrire piatti che siano un vero e proprio inno alla salute e al piacere di mangiare bene.

La cultura della piccola sorpresa: i dolcetti monoporzione che stimolano l’umore

Che cosa hanno in comune la cultura e i dolcetti monoporzione? La risposta potrebbe sorprendervi! Nasce la tendenza della “Little Treat Culture”, ovvero la cultura della piccola sorpresa che sta conquistando sempre più appassionati. I dolcetti monoporzione non sono solo una golosità, ma diventano un vero e proprio mood booster capace di stimolare positivamente l’umore di chi li assapora. Un invito a lasciarsi conquistare dalla dolcezza della vita, un dolcetto monoporzione alla volta.

Il fenomeno in crescita

Secondo recenti studi di mercato, la vendita di dolcetti monoporzione è in costante aumento, con un’incremento del 30% rispetto al primo semestre del 2023. Numerose testimonianze, presenti sulle principali testate giornalistiche di lifestyle, ravvivano l’entusiasmo intorno a questa nuova tendenza culinaria, descrivendo come i dolcetti riescano a regalare un momento di gioia autentica in ogni morso. Psicologi ed esperti del settore confermano che il piacere derivante da queste piccole prelibatezze può effettivamente influenzare positivamente l’umore e migliorare la giornata di chi li gusta

La magia dei dolcetti monoporzione a Palazzo Montemartini

Alessio Battisti, Pastry Chef di Palazzo Montemartini a Radisson Collection Hotel, ci propone: Tartelletta di frolla al burro e Choux Croquelin. La prima ripiena di un caramello al caffe, disco di cioccolato fondente, e una ganache al cioccolato al latte montata; la seconda proposta, meglio conosciuta come Bignè, si caratterizza  di pasta choux sulla quale, pre cottura, viene adagiato un disco di croquelin che una volta sfornato dona al bignè un effetto “cracklè”. Semplici e molto gustosi, sono una vera goduria per il palato. Cosa rende così speciale questa tipologia di dolci? La risposta potrebbe risiedere nella dimensione stessa del dessert, pensato per essere gustato in un’unica porzione: una sorta di coccola individuale che regala un attimo di pace e soddisfazione. Non solo un momento di piacere per il palato, ma un’esperienza che coinvolge tutti i sensi.

Il futuro della Little Treat Culture

Con la crescente consapevolezza dell’importanza del benessere psicofisico, è probabile che la tendenza della “Little Treat Culture” continui a diffondersi e a evolversi. I dolcetti monoporzione potrebbero diventare non solo un prodotto culinario, ma un vero e proprio simbolo di cura di sé e di ricerca della felicità attraverso le piccole cose. In un mondo sempre più caotico, ritagliarsi un momento di dolcezza potrebbe diventare una pratica diffusa per contrastare lo stress e ritrovare un equilibrio emotivo.

La cultura delle “piccole cose” e “piccola sorpresa” si conferma come un’alleata preziosa per affrontare la quotidianità con un sorriso e per apprezzare le gioie nascoste nelle cose semplici. Un invito a lasciarsi conquistare dalla dolcezza della vita, un dolcetto monoporzione alla volta.

Il nostro Pastry Chef Alessio Battisti vi aspetta per farvi gustare i suoi deliziosi dolcetti. Venite a trovarci a Palazzo Montemartini!

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